E’ aperta nell’atrio di Palazzo Geremia in via Belenzani a Trento la mostra “Il giardino delle teste volanti”. Si tratta di un progetto realizzato dall’Atelier Articà di Anffas Trentino Onlus.
Venerdì 27 luglio nell’atrio di Palazzo Geremia a Trento è stata inaugurata la mostra “Il giardino delle teste volanti” nuova iniziativa dell’Atelier artistico Articà di Anffas Trentino Onlus. L’idea è nata dall’esigenza di condividere un percorso creativo all’interno dell’Atelier per “donare” a vicenda presenza, competenze e affetto. Il processo di realizzazione prevede di coinvolgere più gruppi per completare un piccolo giardino pensile da proporre ad uno spazio pubblico come installazione.
Il giardino delle teste volanti simbolizza l’importanza dei ragazzi di Anffas nel processo di creazione. Tutto quello che nasce e che viene creato ha origine nella nostra mente, essa ha una capacità infinita illimitata nel processo della creazione. Prendersi cura della nostra mente, nutrirla annaffiare i semi che noi coltiviamo, significa prendersi cura di noi stessi e degli altri. Se ogni pianta viene trattata con cura e amore, si può creare un bellissimo giardino. Il percorso affrontato è partito dalla realizzazione cartacea alla materializzazione stessa, usando materiale di riciclo, carta, per produrre dei vasi in cartapesta che successivamente sono stati dipinti dandogli delle sembianze umane. Dopo di che sono diventati la casa di alcune piante e verranno installati in uno spazio predefinito, appunto l’atrio di Palazzo Geremia. “Il Giardino delle Teste Volanti” è un modo per far conoscere il lavoro dell’Atelier, per dar vita alla strada, per riappropriarci degli spazi comuni ed è anche un progetto d’abbellimento urbano.
La finalità del progetto è quella del “prendersi cura” di sé, dell’altro, delle piantine. Il laboratorio diventa uno spazio di sperimentazione tecnica funzionale al contatto con la propria soggettività che attraverso l’espressione artistica stimola lo scambio con gli altri e di conseguenza una sorta di nutrimento che passa dalla relazione alla cura dell’opera e della pianta che ne fa parte. Creare una rete collaborativa mediante il coinvolgimento di più gruppi nella realizzazione del laboratorio. Sperimentazione della tecnica della cartapesta con la pittura. Contatto con la natura attraverso la cura della pianta inserita nell’opera, contatto con la terra. L’intero progetto è stato realizzato attraverso una decina di incontri sotto la supervisione della conduttrice Nadia Ongaro e la guida di Rossella Libardoni.