Passi di danza oltre ogni barriera.
Guarda il video amatoriale dello spettacolo al quale hanno partecipato alcuni ragazzi disabili di ANFFAS TRENTINO ONLUS
Cos’abbia in comune un coro di montagna con la danza sulle punte è cosa non troppo immediata da scoprire. E invece sul palco dell’ Auditorium di Trento non sono servite tante spiegazioni per comprendere che la coreografia ideata da Giovanna Menegari – al timone della scuola di danza omonima – azzardata e inedita nelle premesse, era quanto di più efficace ci potesse essere per trasmettere al pubblico un messaggio di forza e speranza. Per mostrare “Il trionfo della rinascita”.
Questo l’emblematico titolo dell’ultimo quadro di uno spettacolo composito, punto d’approdo di uno stage internazionale che ha visto riunirsi a Trento docenti di spicco, esperti negli stili più vari. Dal gruppo della Scuola del teatro dell’Opera di Berlino (il prossimo anno è atteso il Bolshoi) a Manuel Frattini, Giuseppe Galizia, Arturo Michisanti, fino a Garrison di Amici», che ha traghettato i suoi allievi in una coreografia di cui venerdì si è visto solo un abbozzo.
Si sono snodati l’energia del musical, la tecnica e la leggerezza della classica a vari livelli che ha raggiunto alte vette grazie alla partecipazione dei diplomandi ballerini arrivati dalla capitale tedesca – il ritmo incalzante del tip tap e la travolgente grinta della danza moderna. Bravi i partecipanti allo stage, considerato il breve spazio (meno di una settimana) nel quale hanno preparato la coreografia.
A distinguersi Filippo Coffano Andreolli (13 anni) di Milano e Anna Dal Castello (11 anni) di Bolzano, che hanno ricevuto dalle mani del vicedirettore dell’Accademia del teatro dell’Opera di Berlino, Marek Roschesky, il premio Scarpetta d’oro, La serata (un po’ troppo lunga) è stata scandita dallo scambio di battute tra il presentatore Fabio Lucchi e Garrison. Questi, seduto in platea, ammirava lo spettacolo, commentando di tanto in tanto i pezzi più riusciti e regalando al pubblico numerosi aneddoti che ne hanno fatto una sorta di Pippo Bando della danza, per il suo aver tenuto a battesimo quasi tutti i docenti dello stage, promosso dal Cidas e diretto da Giovanna Menegari.
Autrice, come si diceva, della coreografia conclusiva, molto attesa per due ragioni: la misteriosa presenza del coro di San Romedio Anaunia e un’inedita fusione di ballerini, differenti per vari motivi. Una diversità inizialmente occultata, con una garza bianca a nasconderne i volti e un abito nero che ne appiattiva le forme. Ma l’entrata in scena di una danzatrice, quasi una scia di luce che squarcia le tenebre, i suoi movimenti delicati e puri sembrano chiarire che non ha alcun senso celare ciò che non appare perfetto. La garza si allenta e sul palco abili e diversamente abili danzano insieme mentre sopraggiungono i cantori di montagna, che intonano un emozionante Padre nostro», raccolti di fronte ad un fondale che svela una vetta che scompare via via, abbracciata dall’azzurro del cielo.
(da l’Adige del 07/09/2010)