Percorso Lavoro Per.La.

Categoria: Progetti sociali
7 Luglio 2010

Il Progetto Per.La. è un insieme articolato di servizi che accompagnano la persona verso un possibile inserimento lavorativo.

Che cos’è?

Il Progetto Per.La. è un insieme articolato di servizi che accompagnano la persona verso un possibile inserimento lavorativo (a regime di mercato o in un contesto protetto). Il progetto si propone di verificare e rafforzare le abilità pratiche del singolo e sviluppare un’identità

lavorativa adulta, in grado di sostenere le pressioni e gli imprevisti presenti nel mondo del lavoro.

A chi è rivolto?

Il progetto è rivolto a giovani adulti con disabilità intellettiva e/o relazionale, segnalati dai servizi sociali competenti per territorio. L’accesso al servizio è subordinato alla presenza di particolari prerequisiti, valutati di volta in volta da un‘equipe psico-pedagogica.

Che cosa offre?

In base ai tempi e alle abilità di ognuno, il Progetto Per.La. prevede un percorso caratterizzato da interventi diversamente organizzati, secondo una logica di gradualità.

I servizi che fanno parte del Progetto Per.La. sono riconducibili a sei differenti aree d’intervento:

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I servizi che fanno parte del Progetto Per.La sono riconducibili a sei differenti aree d’intervento:

  • Servizio “Primo contatto”
  • Sedi Formazione Per.La.
  • Tirocinio formativo
  • Accompagnamento all’inserimento lavorativo
  • Mantenimento occupazionale
  • Riqualificazione professionale

Il tirocinio, l’accompagnamento, il mantenimento e la riqualificazione occupazionale rientrano in una più ampia area chiamata Servizio d’Inserimento Lavorativo (di seguito SIL).

  1. Servizio Primo contatto – Questo servizio viene attivato su richiesta dei singoli istituti scolastici e rappresenta il primo collegamento tra la scuola e/o gli enti formativi e le Sedi Formative del Progetto Per.La. Col Primo Contatto gli insegnanti, l’alunno e le famiglie vengono a conoscenza dei percorsi di formazione realizzati da ANFFAS Trentino Onlus.
  2. Sedi formazione Per.La. – Il progetto formativo individualizzato per ogni allievo è improntato sul modello di apprendimento teorico-pratico e si pone un duplice obiettivo: da una parte sviluppare e mantenere quelle abilità manuali indispensabili per lo svolgimento di una qualunque attività produttiva; dall’altra parte offrire la possibilità di confrontarsi tra pari, sperimentando il lavoro in serie, in squadra e – in generale – il rapporto con l’altro in un contesto produttivo. I progetti di formazione hanno caratteristiche simili a lezioni in laboratori artigianali nei quali le attività proposte riguardano lavori di legatoria, falegnameria, informatica, cucina, attività sartoriali e al telaio, ceramica, orto-floricoltura, artigianato e decorazione. Il progetto non si pone l’obiettivo di formare figure professionali specifiche, ma di fornire la possibilità d’acquisire quelle competenze pratiche e relazionali necessarie a qualsiasi inserimento in ambienti produttivi. Le modalità di partecipazione alla formazione vengono concordate con la direzione del servizio, l’équipe multidisciplinare, l’allievo e la famiglia. Fanno parte integrante delle attività corsuali anche i periodi di stage. La durata della permanenza in formazione è variabile e comunque limitata nel tempo fino, al massimo, al raggiungimento del 25° anno di età.
  3. Tirocinio formativo – I percorsi individualizzati d’inserimento lavorativo rappresentano la tappa che precede l’inserimento lavorativo vero e proprio dell’allievo. Il momento del “tirocinio formativo” prevede la partecipazione a uno stage in azienda, con il monitoraggio di un tutor che affianca l’allievo, fornendo un supporto per l’acquisizione delle mansioni e per la gestione di ogni problematica che può emergere nel contesto lavorativo. I percorsi prevedono la presenza di un coordinatore ANFFAS dei tirocini che, in stretta collaborazione con il responsabile della progettazione e analisi fabbisogni, supervisiona i percorsi, mantiene i contatti con le famiglie e fornisce un supporto agli allievi e ai tutor, fungendo anche da mediatore presso le sedi di stage. Durante il tirocinio inizia la collaborazione con la figura del manager di rete che accompagnerà la persona e la sua famiglia durante il passaggio di ruolo da “allievo” a “neo-lavoratore”.

  4. Accompagnamento all’inserimento lavorativo – Il servizio di accompagnamento rappresenta il momento conclusivo del percorso formativo della persona. Esso prevede l’impiego di una figura professionale specifica (il manager di rete), che conosce l’allievo durante l’ultimo anno di tirocinio e si sostituisce gradualmente al coordinatore dei tirocini. Il manager di rete modula il proprio intervento su più fronti e in momenti diversi: prende contatti con l’azienda ospitante il tirocinio e verifica la possibilità di un’eventuale assunzione, contatta realtà produttive alternative e disponibili all’assunzione, si incontra con la famiglia per la condivisione di un progetto finalizzato all’inserimento del figlio, fornendo le indicazioni necessarie per l’iscrizione alle liste del collocamento mirato, collabora coi servizi presenti sul territorio direttamente coinvolti sul tema (servizio sociale comprensoriale; uffici per l’impiego) e tiene attiva la rete, per garantire una costante condivisione del caso. Il manager di rete può essere contattato anche direttamente dall’Agenzia del Lavoro per attivare brevi progetti di inserimento lavorativo di persone che per età o caratteristiche non passano dal circuito Per.La. Tali percorsi, che prevedono l’affiancamento di un tutor, sono supervisionati dal manager di rete che si fa garante del raggiungimento degli obiettivi prefissati.
  5. Mantenimento occupazionale – A inserimento avvenuto, il manager di rete si propone di seguire la situazione lavorativa della persona, con particolare attenzione alle esigenze interne al posto di lavoro e ai problemi che si presentano, confrontandosi con i colleghi, coi referenti aziendali, con la famiglia e col lavoratore stesso. Tale servizio si realizza attraverso una serie di azioni:
    • verifiche regolari in azienda (variabili in termini di frequenza a seconda delle necessità) e colloqui con il lavoratore e i colleghi referenti;
    • interventi mirati per la risoluzione di problemi segnalati dal lavoratore o dall’azienda;
    • colloqui individuali di rielaborazione del vissuto lavorativo per individuare insieme all’utente strategie di risoluzione dei problemi emersi;
    • incontri di gruppo proposti agli utenti che stanno vivendo situazioni lavorative simili facendo del confronto uno strumento prezioso per maturare la propria identità lavorativa;
    • confronti sistematici con i familiari del lavoratore per riferire sull’andamento e per sensibilizzarli rispetto a una coerenza educativa;
    • tenuta di contatti con gli operatori referenti dei centri per l’impiego provinciali (CI), per tenerli informati sull’andamento nel tempo e segnalare eventuali situazioni problematiche.

    Inoltre si può avvalere della collaborazione di uno psicologo per aiutare il lavoratore a canalizzare le problematiche concernenti la sfera personale in una sede appropriata, rispetto alla necessità di preservare la dimensione del vissuto lavorativo.

  6. Riqualificazione professionale – L’intervento di riqualificazione professionale aiuta il dipendente con disabilità che si trova in una situazione lavorativa considerata a rischio, a ritrovare una nuova stabilità, affinché lo stesso lavoratore possa sempre garantire all’azienda il proprio apporto produttivo.
    Al contempo allevia il posto di lavoro rispetto all’incombenza di sostenere il proprio dipendente in difficoltà rispetto alla risoluzione di problemi che richiedono la disponibilità di personale esperto e di tempo. Le fasi attraverso cui viene erogato questo servizio, sono articolate nel seguente modo:
    • contatto con i referenti aziendali rispetto alla valutazione dei problemi lavorativi insorti;
    • analisi della situazione lavorativa e individuazione degli aspetti problematici;
    • elaborazione di un progetto d’intervento mirato;
    • azione di tutoraggio, limitata nel tempo, per aiutare la persona assunta a ritrovare la capacità di operare utilmente e autonomamente;
    • eventuale coinvolgimento della famiglia rispetto ai problemi insorti e alle strategie individuate per risolverli;
    • condivisione del progetto di riqualificazione con l’assistente sociale o con l’operatore che ha segnalato il caso o che è interessato ad essere coinvolto su quanto realizzato.

    L’attivazione di questo servizio avviene in seguito alla segnalazione che l’azienda ospitante inoltra all’Agenzia del Lavoro e/o al servizio sociale del territorio, i quali richiederanno la collaborazione di ANFFAS Trentino Onlus.
    Il tirocinio, l’accompagnamento, il mantenimento e la riqualificazione occupazionale rientrano in una più ampia area chiamata Servizio d’Inserimento Lavorativo.