La Shoah dei disabili: una mostra per non dimenticare

Categoria: News
20 Gennaio 2014

Anffas Trentino promuove una mostra sulla Shoah dei disabili. L’iniziativa è aperta fino al 7 febbraio presso Palazzo Trentini a Trento. 

Il 27 gennaio è una data importante: in tutto il mondo ricorrono solenni celebrazioni per ricordare le vittime del nazismo, lo sterminio degli ebrei, il dramma dei deportati nei lager. In occasione della Giornata della Memoria, Anffas Trentino Onlus vuole portare alla luce una pagina dolorosa- e spesso poco conosciuta – della nostra storia: l’atroce progetto di eutanasia nazista compiuto a danno di circa trecentomila disabili e malati mentali. Il progetto, noto come Aktion T4, fu una sorta di mostruosa prova generale della Shoah. Realizzato in nome della purezza della razza e del risparmio di risorse economiche, ebbe inizio prima dei campi di concentramento e terminò addirittura dopo la liberazione. Nelle motivazioni che portarono prima alla sterilizzazione forzata, poi direttamente all’uccisione dei disabili, si trova l’assurda giustificazione a tale aberrazione: il Governo di Hitler poté infatti concepire un simile piano perché le sue idee poggiavano su basi scientifiche, politiche e culturali diffuse all’epoca in Paesi civilissimi. Partendo dai questi angoscianti fatti storici, la mostra che intendiamo presentare permette di interrogarsi sui temi dell’eugenetica, della scienza, dell’etica e delle politiche del potere ma vuole essere soprattutto un monito per non dimenticare, perché la linea di demarcazione che ha portato a queste derive ha, ancora oggi giorno, un profilo quanto mai labile.

La mostra rimarrà visitabile fino a venerdì 7 febbraio con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18; il sabato, dalle 9 alle 12. Ingresso libero. 

 

Una vita può essere indegna di essere vissuta? Chi stabilisce i parametri scientifici con cui distinguere se è degna di essere vissuta o no? La scienza ha dei confini etici oppure giustifica ogni azione sulla vita umana? Sono queste le domande di grande attualità poste dalla mostra “Perché non accada mai più RICORDIAMO”, che ha aperto questa mattina a palazzo Trentini la Giornata della Memoria. Con un percorso di 31 pannelli la mostra, curata dall’Anffas Emilia Romagna e visitabile gratuitamente fino al 7 febbraio nell’atrio d’ingresso della sede del Consiglio provinciale, da cui è patrocinata, ricorda attraverso foto e descrizioni “Aktion T4”, l’operazione di sterminio di 300.000 persone portatrici di varie disabilità psichiche e fisiche, voluta dai nazisti a partire dal 1939, che fu una prova generale della Shoa ma che proseguì anche dopo la fine della guerra.

Dorigatti: “Il negazionismo uccide due volte”.
“Assistiamo oggi in Europa a un’inquietante ripresa di fenomeni come il razzismo, l’antisemitismo e il nazismo che vedono nella diversità psicofisica delle persone non una ricchezza ma qualcosa da eliminare”, ha detto il presidente Bruno Dorigatti all’inaugurazione della mostra patrocinata dal Consiglio provinciale. “Questi pannelli – ha aggiunto ringraziando di ciò l’Anffas – raccontano le spaventose conseguenze dell’ideologia della razza pura affermatasi grazie a una campagna culturale. Per questo servono consapevolezza e indignazione di fronte al negazionismo, che uccide due volte”. “Vi invito a visitare i lager di Auschwitz e Birkenau”, ha concluso Dorigatti. “Io ci sono stato: quei luoghi rendono consapevoli di quel che è realmente accaduto e come si possa arrivare a perdere non solo la ragione ma anche l’umanità”.

Enderle: “La Danimarca vuol diventare un Paese Down free”.
A seguire il presidente di Anffas Trentino Luciano Enderle ha sottolineato che l’idea della purezza della razza ha potuto nascere e trovare l’appoggio di un’intera nazione, anche perché la propaganda nazista ha convinto il popolo che l’eliminazione fisica dei criminali, dei deformi e dei “diversi” avrebbe permesso enormi risparmi. Tra le vittime dell’operazione “Aktion T4” Enderle ha ricordato anche i 400 trentini malati psichici deportati da Pergine e mai più ritrovati. “Non dimenticare – ha concluso – significa ricordare ciò che sta accadendo oggi in Olanda, dove dal 2006 un protocollo prevede la soppressione dei bambini nati con malattie genetiche. O in Danimarca, che dal 2012 pratica l’aborto terapeutico per eliminare i bambini con sindrome di Down con l’esplicito intento di raggiungere a breve l’obiettivo di un territorio nazionale Down free”. Ha chiesto allora Enderle: “Chi ci assicura che lo stesso trattamento non possa essere riservato a persone menomate da incidenti o indebolite dall’età avanzata? È giusto attribuire alle ‘vite imperfette’ meno valore delle ‘vite sane’? Dietro certi cori e scritte razziali c’è l’idea che delle persone valgono di meno e altre che valgono di più”. “Ma si può essere complici dell’intolleranza anche con l’indifferenza”.

Castelli: “Il razzismo di oggi è ancor più pericoloso”.
“Ricordare questa strage 70 anni – ha osservato l’assessore all’istruzione del Comune di Trento Paolo Castelli – ha senso perché l’oblio offre un terreno favorevole o per il negazionismo o per il rigurgito e la reinterpretazione delle idee da cui fu causata. Negazionismo e rigurgito ancor più pericolosi oggi perché collegabili con le potenzialità scientifiche e tecnologiche di cui disponiamo. Teniamo conto – ha ammonito – che il rischio del razzismo è sempre dietro l’angolo”.

Reggi: “il darwinismo sociale sacrifica l’individuo alla società”.
Virginia Reggi, curatrice della mostra per Anffas Emilia Romagna, ha ricordato che a “sdoganare” la memoria dello sterminio dei disabili con “Aktion T4” è stato nel 2011 l’attore Marco Paolini con il spettacolo “Ausmerzen” (poi diventato un libro). Reggi ha ricordato che “all’origine dell’idea di eliminare i disabili non ci sono solo la follia di Hitler e il fanatismo nazista anche dinamiche economiche e scientifiche ancora molto attuali. Dinamiche culturali secondo cui la vita umana vale la pena di essere vissuta solo se sana”. E ha aggiunto: “assistiamo ancor oggi a non poche manifestazioni di quel darwinismo sociale da cui è derivata l’eugenetica di Francis Galton. Come quando si rifiuta chi è affetto dalla sindrome di Dawn, o si ha paura del diverso, e tutte le volte in cui l’individuo è sacrificato agli interessi della collettività, al benessere generale e quindi emarginato”. Qualche esempio? “In Italia accade agli esodati, in Cina alle donne che non servono alla società e all’economia, per cui si limitano le nascite”. “Anffas – ha concluso Raggi – si augura che questa mostra sia un invito a vedere, a guardare, e a non restare solo meravigliati”.