Pietro Grigolli è il nuovo direttore di Nuova Casa Serena

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5 Gennaio 2014

Formazione, stabilizzazione degli operatori, ascolto delle famiglie e apertura verso l’esterno: queste le priorità del nuovo direttore. 

Trentaquattro anni, assistente sociale, alle spalle una ricca esperienza lavorativa nel mondo dei minori e un’approfondita conoscenza del campo del sociale, nella voce tutto l’entusiasmo di chi ha voglia di fare. Da pochi mesi Pietro Grigolli è stato nominato nuovo direttore di Nuova Casa Serena, l’importante centro di Anffas che offre di residenzialità a persone con gravi problematiche psicofisiche tali che consentono loro pochissima autonomia o in alcuni casi nessuna. Un posto dove ci si prende cura di loro ventiquattro ore su ventiquattro. Una casa di settemila metri quadri dove ci sono 60 ragazzi ma anche adulti – l’età infatti va dai 7 ai 50 anni, una struttura unica, specializzata in particolare nei servizi all’infanzia dove collaborano circa 96 dipendenti. Per Pietro Grigolli è la prima volta che si trova a lavorare nel mondo Anffas, ed evidente quindi che questi primi mesi serviranno per una conoscenza reciproca. Ma ha già le idee molto chiare su quali saranno le priorità di questi primi mesi del suo incarico, garantendo comunque – sottilinea – la qualità, che già adesso è confermata, dei servizi e delle attività per i ragazzi, pur facendo fronte ad un’operazione di spending review che ha visto la ridefinizione di alcune voci di bilancio. «La voglia di fare e di apportare novità è grande anche perchè la Casa ha un humus molto ricco e ringrazio per questo Enzo Viscardi che l’ha traghettata fino a qua dalla direttrice storica che è stata Eleonora Giovannini. Un po’ come metafora potrei dire che questa realtà è come una Ferrari con il pieno in prima, nel senso che ci sono molte marce ancora da inserire e tantissime potenzialità da sfruttare. Come priorità sicuramente punteremo sulla formazione. Per questo troveremo dei fondi da destinare in un impianto di formazione triennale per aumentare la riflessività del personale, il metodo e la qualità. Vogliamo valorizzare questa qualità che è già grande, presente nella casa e percepita anche all’esterno, ma che a volte non viene espressa adeguatamente. In questi mesi ho sentito dire da più parti che il lavoro svolto da Casa Serena è un’eccellenza, e lo dicono professionisti che non hanno direttamente a che fare con la struttura ma che girano per realtà simili anche fuori provincia, nel Nord Est e in tutto il nord Italia. Questa eccellenza va secondo me raccontata meglio, omogeneizzata, soprattutto per una visibilità maggiore interna prima ancora che esterna dell’importantissimo lavoro che viene fatto. Un’attenzione particolare andrà destinata sicuramente anche agli operatori, al loro lavoro e alla loro stabilizzazione perchè è grazie alla loro grande disponibilità e competenza che Casa Serena riesce a rispondere ai bisogni del territorio e alle urgenze dei servizi. Riusciamo a dare una risposta con una qualità altissima in pochissimi giorni, e ciò significa che l’organizzazione ha voglia di dare risposte efficaci ai bisogni. Per proseguire su questa strada, al personale va data la massima importanza. Essendo poi Anffas una realtà fatta da genitori, attenzione ovviamente anche a loro, alle loro storie, alle loro richieste, perchè loro sono una parte fondamentale del lavoro del direttore. Si potrebbe inoltre puntare sul mettere ancora di più in relazione la casa con il territorio. Non parlo solo di Cognola dove sorge la struttura o della città, ma intendo anche collaborazioni e accordi relativi alla ricerca e all’università. Per la sua posizione in collina e i suoi spazi la casa ha un grande potenziale non solo didattico ma anche per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione, lo scambio di buone prassi o altro. Vogliamo poi favorire la presenza di esperienze e di relazioni anche diverse. In questo senso anche qui andrà inserita l’esperienza di Servizio Civile, così come tirocini di educatore professionale o altro. Piccoli progetti e relazioni che vanno a confermare e alimentare una ricchezza che è oltre a quanto già offerto dalla casa, e che vanno a braccetto con l’incredibile risorsa del volontariato attiva a Casa Serena. I volontari, capitanati dall’inesauribile Annamaria Piva, con il loro bellissimo contributo, unito al supporto dei dipendenti, riescono a creare un’importante discontinuità nella quotidianità della vita dei ragazzi inseriti, rinsaldano e fanno nascere continue creare relazioni e opportunità per i ragazzi».