“La disabilità non si monetizza”

Categoria: News
23 Maggio 2013

Ancora incerto e insidioso il futuro in questo momento economico difficile per tutti. Il richiamo del presidente di Anffas Trentino, Luciano Enderle, in occasione dell’assemblea dei soci svoltasi a Trento giovedì 23 maggio. 

“Il 2012 è stato un anno di passaggio complesso e delicato, che si proietta in un futuro che si preannuncia ancora incerto ed insidioso”. Sono parole pronunciate oggi pomeriggio da Luciano Enderle, presidente di Anffas Trentino, nel corso dell’annuale assemblea che convoca i soci ad approvare il bilancio dell’associazione che sostiene per le con disabilità e le loro famiglie. Enderle, al primo anno di mandato nella veste di presidente, ha affermato di essersi reso conto, ascoltando le storie di tante persone, che esistono due mondi: quello del privilegio e del benessere e quello della gente comune. Dentro il mondo della gente comune c’è un altro spaccato ed è quello delle persone con disabilità e delle loro famiglie. “Questi siamo noi che oltre alle difficoltà che oggi toccano gran parte della gente comune (crisi, lavoro, salute, impegni finanziari) viviamo questa situazione di maggior fragilità, di maggior carico, di scelte forzate, di discriminazione, di carenza di opportunità”.
Secondo Anffas Trentino la maggior parte delle azioni sono indirizzate a ridurre, limitare e contenere la spesa ponendo a rischio la qualità dei servizi e la stessa possibilità di accedere ai servizi per coloro che non ne usufruiscono. Una preoccupazione di vedere andare in fumo tutto ciò che è costruito con impegno e fatica in quasi 50 anni. “Anffas Trentino – ha proseguito Enderle – in termini di riduzione della spesa la nostra parte l’abbiamo già fatta ed anche nei tempi giusti: abbiamo riorganizzato i servizi ed abbiamo ristrutturato i salari, chiedendo uno sforzo a tutti i nostri collaboratori. Chiediamo ora, forti di ciò, agli amministratori della nostra Provincia, delle Comunità di Valle e dei Comuni, sia pure in un periodo non facile – ne siamo tutti ben consapevoli –  per i nostri figli e per tutti i figli che verranno la garanzia di una qualità della vita adeguata. Non possiamo togliere alle nostre famiglie la serenità di poter affidare i propri figli o i propri familiari ad un servizio che riesca a portare loro una dignitosa qualità di vita. Non permettere, od anche solo  ridurre questo, significa rendere ancora più fragili questi contesti familiari. Un figlio con disabilità è per sempre. E per sempre significa per tutti i giorni e per tutta la vita. Molte mamme e molti papà vivono esclusivamente in funzione di questo figlio o di questa figlia fragile dedicando a loro ogni momento ed ogni pensiero, spesso soli e dimenticati.
Il presidente di Anffas Trentino ha rimarcato la lungimiranza della politica trentina, spinta dalla società civile, nell’investire sul welfare che oggi è riconosciuto come di eccellenza. Ecco perché mantenere il buon Welfare è la cosa più importante per la vita della nostra comunità Trentina. “Riconosciamo gli sforzi che sta ancora oggi facendo la Provincia Autonoma di Trento rispetto al resto della nazione; certamente il calo delle risorse nella nostra terra è stato più lento ma è tuttavia graduale e inesorabile. Rispetto ad un primo rapporto con qualche frizione con l’Assessorato di riferimento, posso affermare che oggi abbiamo costruito un percorso condiviso e stiamo lavorando in un clima di collaborazione e di confronto e ritengo che ci siamo conquistati un reciproco rispetto in riferimento ai complessi e delicati ruoli che siamo chiamati a ricoprire”.
E’ importante quindi contrastare la “monetizzazione” della disabilità. Evitare il mero sostegno economico alla famiglia a discapito  della garanzia di adeguati servizi per la persona. E’ forte, infatti,  il rischio che in fase di recessione, con famiglie in difficoltà economica, le risorse dedicate alla persona con disabilità siano indirizzate in un sussidio economico al nucleo familiare anziché essere impiegate per migliorare la qualità di vita della persona con disabilità. In questi anni abbiamo puntato moltissimo sui servizi, sulla qualità: ora dobbiamo difenderli. Tanti sono i segnali che indicano che è finita un epoca. E’ finito il tempo dell’apparire e del possedere, dell’io sopra ogni cosa. Anche chi ha potere di governo deve riscoprire il piacere di mettersi al servizio. Quelle che chiamiamo le “forze” politiche si devono mettere al servizio soprattutto delle “debolezze” e delle “fragilità” del cittadino e della famiglia comune. Questa crisi deve essere l’opportunità che ci è data per rimettere nell’ordine giusto i valori di riferimento. Riscoprire l’essere al posto dell’apparire; la relazione al posto del possesso, la comunità al posto dell’egocentrismo. Le crisi e le avversità, spesso possono diventare anche un’occasione importante di crescita interiore. Solo in questo modo potremo lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo un po’ migliore di quello che questa crisi economica, ma soprattutto la profonda crisi di valori, ha in questi anni generato. La storia di Anffas che si avvicina ai 50 anni di vita in Trentino ci insegna che le famiglie, unite, informate, combattive e soprattutto lungimiranti possono raggiungere risultati impensabili. Le famiglie Anffas hanno contribuito e contribuiscono in maniera determinante alla vita di questo nostro Trentino, sia per le persone con disabilità, ma anche per aspetti più generali che riguardano tutti. Le famiglie che hanno fatto nascere e si sono impegnate in questa Associazione non solo hanno immaginato un mondo migliore per i propri figli ma si sono rimboccate le maniche ed hanno iniziato a costruirlo.
Le dimensioni di Anffas sono ragguardevoli: 45 sedi operative, 306 volontari e 509 dipendenti, senza contare le decine di consulenti, per seguire circa 700 persone con bisogni speciali. Numeri che pongono Anffas Trentino onlus come la più grande delle 163 in Italia.

“Il 2012 è stato un anno di passaggio complesso e delicato, che si proietta in un futuro che si preannuncia ancora incerto ed insidioso”. Sono parole pronunciate da Luciano Enderle, presidente di Anffas Trentino, nel corso dell’annuale assemblea che convoca i soci ad approvare il bilancio dell’associazione che sostiene per le con disabilità e le loro famiglie. Enderle, al primo anno di mandato nella veste di presidente, ha affermato di essersi reso conto, ascoltando le storie di tante persone, che esistono due mondi: quello del privilegio e del benessere e quello della gente comune. Dentro il mondo della gente comune c’è un altro spaccato ed è quello delle persone con disabilità e delle loro famiglie. “Questi siamo noi che oltre alle difficoltà che oggi toccano gran parte della gente comune (crisi, lavoro, salute, impegni finanziari) viviamo questa situazione di maggior fragilità, di maggior carico, di scelte forzate, di discriminazione, di carenza di opportunità”.
Secondo Anffas Trentino la maggior parte delle azioni sono indirizzate a ridurre, limitare e contenere la spesa ponendo a rischio la qualità dei servizi e la stessa possibilità di accedere ai servizi per coloro che non ne usufruiscono. Una preoccupazione di vedere andare in fumo tutto ciò che è costruito con impegno e fatica in quasi 50 anni. “Anffas Trentino – ha proseguito Enderle – in termini di riduzione della spesa la nostra parte l’abbiamo già fatta ed anche nei tempi giusti: abbiamo riorganizzato i servizi ed abbiamo ristrutturato i salari, chiedendo uno sforzo a tutti i nostri collaboratori. Chiediamo ora, forti di ciò, agli amministratori della nostra Provincia, delle Comunità di Valle e dei Comuni, sia pure in un periodo non facile – ne siamo tutti ben consapevoli –  per i nostri figli e per tutti i figli che verranno la garanzia di una qualità della vita adeguata. Non possiamo togliere alle nostre famiglie la serenità di poter affidare i propri figli o i propri familiari ad un servizio che riesca a portare loro una dignitosa qualità di vita. Non permettere, od anche solo  ridurre questo, significa rendere ancora più fragili questi contesti familiari. Un figlio con disabilità è per sempre. E per sempre significa per tutti i giorni e per tutta la vita. Molte mamme e molti papà vivono esclusivamente in funzione di questo figlio o di questa figlia fragile dedicando a loro ogni momento ed ogni pensiero, spesso soli e dimenticati. 
Il presidente di Anffas Trentino ha rimarcato la lungimiranza della politica trentina, spinta dalla società civile, nell’investire sul welfare che oggi è riconosciuto come di eccellenza. Ecco perché mantenere il buon Welfare è la cosa più importante per la vita della nostra comunità Trentina. “Riconosciamo gli sforzi che sta ancora oggi facendo la Provincia Autonoma di Trento rispetto al resto della nazione; certamente il calo delle risorse nella nostra terra è stato più lento ma è tuttavia graduale e inesorabile. Rispetto ad un primo rapporto con qualche frizione con l’Assessorato di riferimento, posso affermare che oggi abbiamo costruito un percorso condiviso e stiamo lavorando in un clima di collaborazione e di confronto e ritengo che ci siamo conquistati un reciproco rispetto in riferimento ai complessi e delicati ruoli che siamo chiamati a ricoprire”. 
E’ importante quindi contrastare la “monetizzazione” della disabilità. Evitare il mero sostegno economico alla famiglia a discapito  della garanzia di adeguati servizi per la persona. E’ forte, infatti,  il rischio che in fase di recessione, con famiglie in difficoltà economica, le risorse dedicate alla persona con disabilità siano indirizzate in un sussidio economico al nucleo familiare anziché essere impiegate per migliorare la qualità di vita della persona con disabilità. In questi anni abbiamo puntato moltissimo sui servizi, sulla qualità: ora dobbiamo difenderli. Tanti sono i segnali che indicano che è finita un epoca. E’ finito il tempo dell’apparire e del possedere, dell’io sopra ogni cosa. Anche chi ha potere di governo deve riscoprire il piacere di mettersi al servizio. Quelle che chiamiamo le “forze” politiche si devono mettere al servizio soprattutto delle “debolezze” e delle “fragilità” del cittadino e della famiglia comune. Questa crisi deve essere l’opportunità che ci è data per rimettere nell’ordine giusto i valori di riferimento. Riscoprire l’essere al posto dell’apparire; la relazione al posto del possesso, la comunità al posto dell’egocentrismo. Le crisi e le avversità, spesso possono diventare anche un’occasione importante di crescita interiore. Solo in questo modo potremo lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo un po’ migliore di quello che questa crisi economica, ma soprattutto la profonda crisi di valori, ha in questi anni generato. La storia di Anffas che si avvicina ai 50 anni di vita in Trentino ci insegna che le famiglie, unite, informate, combattive e soprattutto lungimiranti possono raggiungere risultati impensabili. Le famiglie Anffas hanno contribuito e contribuiscono in maniera determinante alla vita di questo nostro Trentino, sia per le persone con disabilità, ma anche per aspetti più generali che riguardano tutti. Le famiglie che hanno fatto nascere e si sono impegnate in questa Associazione non solo hanno immaginato un mondo migliore per i propri figli ma si sono rimboccate le maniche ed hanno iniziato a costruirlo.
Le dimensioni di Anffas sono ragguardevoli: 45 sedi operative, 306 volontari e 509 dipendenti, senza contare le decine di consulenti, per seguire circa 700 persone con bisogni speciali. Numeri che pongono Anffas Trentino onlus come la più grande delle 163 in Italia.